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Recensione |
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Disarmante nel suo immaginario desolato e nella sua austera strumentazione , Aldous Harding, cantautrice neozelandese, si confronta con i temi importanti della vita: la morte, la nascita, dolore e amore. Ci sono pochi lieto fine nelle sue canzoni, ma la sua forza è nel modo in cui entra in battaglia; con la grazia di una ballerina e la posizione di un pugile. Scoperta mentre si stava esibendo per le strade di Lyttelton, la Harding ha saputo attirare su di sé l’attenzione di alcuni degli esponenti più illustri del mondo della musica di tutto il mondo. Il suo omonimo album di debutto, pubblicato nel 2015, ha ricevuto 4 stelle da Mojo e Uncut, ed il webmagazine britannico The 405 l’ha descritta come una "cantautrice di talento immenso". Party è il suo secondo album. I nove brani sono stati prodotti assieme a John Parish (PJ Harvey, Sparklehorse) negli studi di Bristol e vedono la collaborazione di Mike Hadreas (Parfume Genius) in “Imagining My Man” e ‘Swell Does The Skull”. |
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