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Recensione |
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Nella Sinfonia Mesopotamia, Fazıl Say intreccia
l’attualità del Medio Oriente con la cultura della
Mesopotamia nel corso della sua storia. È una terra -
riconosciuta come culla della cultura e dell'Umanità - che
porta dentro di sé la storia dei Sumeri, le culture e le
credenze dell’Assiria, di Babilonia e dell’Urartu fino ai
nostri giorni e alle questioni contemporanee che
riguardano il Medio Oriente e la Turchia; il problema dei
Curdi, le guerre senza fine, il terrore. Nella parole dei
filosofi, una “Cultura della Morte”. Nella sinfonia di Say
prevale una tecnica particolare, quasi fosse un’ “Opera per
strumenti”: il compositore sviluppa la sinfonia attraverso
due strumenti solisti, il flauto traverso basso e il flauto
dritto basso, che rappresentano due fanciulli, o più
specificamente due fratelli. Questi due strumenti
rappresentano simbolicamente e semplicemente
“l’innocenza dell’essere umano”. Tragicamente, uno dei
fratelli verrà assassinato. Per contro, il theremin
simboleggia l’“Angelo”, il protettore della Mesopotamia nel
suo dramma straziante.
Per il compositore, la Sinfonia Mesopotamia
rappresenta un appello alla pace.
La sinfonia Universo è costruita a partire da dati
astronomici, contrapposti a quelli astrologici. I dati
astronomici dipendono naturalmente dallo stato attuale
della ricerca scientifica, e in questo lavoro il compositore
ha utilizzato i dati scientifici disponibili nel 2012. In tal
senso, il Big Bang, l’espansione dell’universo, la disputa se
Gliese 581 g possa essere un pianeta simile alla terra, la
supposizione che si possa trovare la Particella di Dio
dall’analisi della materia oscura – in futuro tutto ciò
potrebbe venire smentito dal mondo della scienza. |
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