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Recensione |
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Questo è il secondo full-length pubblicato dal quintetto prog-metal polacco, che in copertina presenta le immagini molto poetiche ad opera di Andrezej Kaczmarek. Una bambina che nel bosco gioca con una luna ad imbrunire ben inoltrato, scelta calzante anche e soprattutto con il monicker del gruppo. Ma anche concettualmente la band non vuole affatto essere banale, tirando in ballo il “solipsismo” citato proprio nel titolo, criterio secondo il quale si può affermare solo la propria esistenza, in quanto qualsiasi realtà si risolve nel nostro stesso pensiero. Un concetto che se estremizzato porta ad un individualismo esasperato, accentrando qualsiasi interesse su di sé e rigettando qualsiasi altra realtà che non rientri nella sfera dei propri interessi. Difatti, i testi risultano molto complessi, andando di pari passo al relativo orientamento musicale.
Il risultato complessivo, è buono; non ci sono picchi espressivi, se non proprio all’inizio, con “Devious…” ma c’è stato comunque l’impegno di creare variazioni musicali nuove e molto originali all’interno di ciascuna traccia, dando vita ad un lavoro senza dubbio bello ed articolato, che lo rende uno dei migliori nel genere.
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