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Recensione |
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La Sonata in Do minore op.13, che apre questo lotto di 4 Sonate della prima maturità beethoveniana, porta il sottotitolo di Pathétique (Patetica). Scritta fra il 1798 e il 1799 la Sonata venne pubblicata nel 1799 dall'editore Eder di Vienna con una dedica al principe Karl von Lichnowsky. La Patetica, 8a del ciclo delle 32 Sonate, rappresenta il vertice della produzione pianistica beethoveniana anteriore al 1800.
Anche la Sonata in Do diesis minore op.27 n.2 è nota al grande pubblico con un titolo: Mondschein (Chiaro di luna). La denominazione venne coniata dal poeta Ludwig Rellstab, il quale dichiarò che la 14a Sonata evocava un'escursione notturno "al lume di luna" sul lago dei Quattro Cantoni.
La Sonata in Re minore op.31 n.2, composta fra la fine del 1801 e del 1802, porta il titolo di La Tempesta. Schindler racconta che, avendo chiesto a Beethoven nel 1823 (dunque molti anni dopo la composizione) la chiave per l'interpretazione di questa Sonata e dell'Appassionata, si sarebbe sentito rispondere: "Leggete La Tempesta di Shakespeare".
La Sonata in Do maggiore op.53 dedicata al conte Waldstein e pubblicata nel maggio 1805 dal Bureau des Arts et d'Industrie di Vienna (la capitale danubiana era allora occupata dai francesi), venne composta nello stesso 1804 in cui vide la luce la Sinfonia Eroica. Per lo verità la differenza fra la Sonata Waldstein e le Sonate che la precedono è assai meno marcato di quella che separa la Seconda dalla Terza Sinfonia (l'Eroica appunto) nonostante la distanza temporale sia all'incirca la stessa (due anni. |
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