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Recensione |
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Dopo quasi dieci anni di aberrazioni sonore, un album autoprodotto e diversi tour in Italia e all’estero (Pepsi-Sziget Festival), finalmente gli Osian sono pronti a scrivere un nuovo e importante capitolo della loro produzione musicale. “The slow fade of loving things”: undici tracce prodotte da Frank Andiver (Ex Labyrinth, Wonderland, Mandragora Scream…) presso gli Zenith Studio di Lucca, una
produzione moderna e al passo con i tempi, un melting-pot di chitarre violente e corrosive, moods elettronici, divagazioni cross-over e soluzioni melodiche di ispirazione dark-gothic… Un ikebana di frequenze che tagliano l'aria e la modellano in sculture invisibili che l'occhio può appena immaginare… |
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